La Masseria Strazzati

Masseria STRAZZATI o delle Scuole Pie

A circa 2 Km. a nord di Avetrana, a 70 m. s.l.m., a SW di masseria Bosco da cui dista circa m.500, prossima alla antica strada che conduceva ad Oria sorge masseria ‘Li Strazzati’. In una località di certo interesse archeologico, in quanto lì presso, fu rinvenuto un ricco deposito di asce in bronzo.

Nel Catasto onciario redatto nel 1752 è ascritta fra le proprietà appartenute al ‘Venerabile Colleggio delle Scuolepie della Terra di Casalnovo’ e consiste di ‘curti, capanne case sottane e soprane, vasi d’acqua una Cappella, ed altri membri’.

Da dove tragga origine il toponimo è forse da attribuirsi al fatto che i Padri Scolopi che un tempo la tenevano, avessero particolare cura dei più diseredati e quindi ‘straccioni’ cioè di coloro che indossavano vesti lacere e con locuzione locale ‘strazzati’.

In merito alla presenza dei Padri Scolopi nella nostra area occorre tenere presente quanto qui li lega al ramo nobile dei Carrozzo. Questa famiglia, che si presenta in Manduria nella seconda metà del XV sec., darà origine a quel D. Giacomo Antonio fondatore del collegio dei Padri Scolopi in Manduria. Costui infrangendo vincoli testamentari e di successione fece dono delle possessioni avite in Avetrana (masseria Bosco, masseria Mascolo e Pantaleo) agli stessi Padri Scolopi in data 10 novembre 1681.

Naturalmente la masseria, non fu abitata solo dagli Scolopi ma anche da laici che accudivano alle faccende della masseria tra questi: Maria Rizzo nata intorno al 1755, figlia di Leonardo e di Anna Lucia Parisi che come annota il parroco del tempo abitavano nella masseria che ‘possiedono i PP. Scolopi’. Successivamente troviamo gli antenati dei Cimino oggi viventi in Avetrana, nelle persone di Pietro e della consorte Maria Addolorata Erario, originari di Manduria, che da questa masseria muovono per battezzare la loro figlioletta Maria Grazia nata il 28/12/1840

Quanto riporta il Catasto onciario è lo stato che si era ormai consolidato da circa settant’anni e riteniamo che tale situazione sia rimasta tale fino all’avvento di Napoleone. Costui attraverso sue riforme sancisce l’abolizione della ‘mano morta’, cioè la soppressione degli ordini religiosi e la conseguente confisca di gran parte di quei beni appartenuti ad ordini religiosi ed alla stessa Chiesa. La fine dell’avventura napoleonica (1815) pur ripristinando lo stato antecedente, la masseria Li Strazzati, in particolare, rimase dotazione del Duca D’Otranto (appartenente al gran ceppo dei Borbone-Napoli) ed amministrata in suo nome da D. Michele Pasanisi il quale, nel 1832, ne diviene proprietario (per inciso fino al 1837 non si ha notizia in merito alla presenza di bestiame). Si susseguono nel 1872 il figlio Pietro Oronzo e quindi, nel 1884 il figlio di quest’ultimo: Michelino. I dati che fornisce il catasto Onciario ci permettono di conoscere la consistenza patrimoniale di detta masseria: si estende per circa 263 Ha di cui 255 lasciati a seminativo ed 8 a vigneto, 568 alberi di ulivo, vari alberi da frutta, tra cui peri, e 6 pozzelle (da dove attingere acqua). A titolo di curiosità fecero parte le contrade, per citarne alcune, Galluzzo, Sponnati, Padula di Falco, Tatamoro, La Mendola, Sciavilli, Pozzelle, Barbiero, Maramonte, la Geggiola (divisa con masseria Bosco), La Foggia (anche questa divisa con masseria Bosco) e Banniti.

I dati di cui si dispone non permettono di arguire fino ad, almeno, il 1837 (quando già Michele Pasanisi è proprietario della masseria) la presenza di bestiame in quanto a quell’anno, la detta masseria non è censita ai fini della ‘fida’ (tassa sul pascolo).

La Struttura

Ubicata a circa 3 Km dal centro abitato sulla antica strada Avetrana – Oria, potremmo immaginare che il nome le sia stato attribuito dai popolani per indicare il luogo ove i mendicanti e gli straccioni potevano trovare rifugio ed essere raccolti ospiti dei Padri Scolopi, presenti nelle IGM 1874 e 1947.

L’epoca di costruzione della masseria è da porsi intorno agli inizi del XVII secolo e si presume che l’evoluzione delle strutture aggiunte in epoche successive a quella originale abbiano completamente mutato la planimetria della masseria originaria. Per cui l’originario sviluppo secondo la direzione dell’asse nord-sud, si sia sviluppata successivamente secondo la direzione est-ovest. Questa modificazione potrebbe essere avvenuta durante il periodo di appartenenza della masseria agli Scolopi.

Sul colmo del portone d’ingresso alla masseria è ben visibile lo stemma degli Scolopi, i quali diventarono proprietari della masseria verso la fine del XVII secolo (1681). Si notano diversi tipi di muratura riferibili comunque ad un’età non più antica del 1600.

Il complesso è composto di due piani: al piano superiore vi è un’abitazione padronale; al piano inferiore, oltre alle pertinenze masserizie, vi sono alcuni vani adiacenti alla cappelletta forse destinati ad abitazione del nucleo dei Padri Scolopi. Dal rilievo eseguito all’interno della Masseria ci si è trovati inoltre di fronte ad un vasto numero di locali, per molti dei quali non si è riusciti a dare la loro destinazione d’uso perché mancanti di elementi indicativi che li rendessero riconoscibili. Ben visibili, infine, sono alcune ristrutturazioni portate al tetto di alcuni vani del complesso.

La Cappella

Nella Masseria trova posto anche una cappelletta, all’interno della quale si nota un cartiglio che ospitava forse un affresco, un quadro di cui non resta purtroppo alcuna traccia, di epoca seicentesca, fatta costruire probabilmente dagli stessi Padri Scolopi. All’esterno della cappella, sul colmo della porta, vi è scolpita una croce, che si trova pure disegnata nella stessa identica forma, all’interno di uno dei vani del pianoterra. Nella relazione di Mons. Scaja e di Mons. Celaja, rispettivamente del 1754 e del 1777, tra le cappelle rurali presenti nel territorio di Avetrana è riportata una cappella sita nella Masseria dei Padri Scolopi, dedicata ai Santi Pietro e Paolo.

E’ certo che nel 1752, nella cappella attigua la masseria stessa, si celebrassero delle messe, infatti, così si ricava dal catasto onciario sui ‘Pesi’ che gravavano su detta masseria: Per celebrazione di Messe basse numero 1456, ed Anniversari 4, in virtù di diversi obblighi, ed Anniversari, come da Tabbella, Rata spettante a questa Università (Comune n.d.r.) per i suddetti beni annui.

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